IL REALISMO FANTASTICO DI JOHN CARPENTER
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a cura di Luigi De Angelis

Capitolo 1: Dark Star - Distretto 13 - Halloween - Fog - 1997 Fuga da New York

Il cinema di Carpenter esprime al meglio la capacità di analisi sociale e culturale attraverso metafora propria del linguaggio (sia letterario che cinematografico) del fantastico. Artista indomito e ribelle, da sempre avverso alle imposizioni delle grandi Majors, Carpenter ha spesso preferito rinunciare al successo commerciale in favore di una maggiore libertà di espressione. I suoi film, malgrado il mancato sostegno delle grandi distribuzioni, sono divenuti vero oggetto di culto per un pubblico esigente e curioso senza mai raggiungere (almeno in patria) quell'unanime considerazione critica che sarebbe lecito pretendere.

Il suo film d'esordio, il controverso Dark Star, nasce come tesi di laurea presso la University of Southern California e vede la partecipazione in veste di attore e co-sceneggiatore di Dan O'Bannon, in seguito divenuto famoso per aver realizzato la sceneggiatura di Alien (ed aver diretto dei veri e propri "gioiellini" come The Return Of The Living Dead e il superbo The Resurrected, uno dei migliori adattamenti da Lovecraft mai realizzati). Il film si svolge all'interno di un'astronave, la "Dark Star" appunto, e pu˜ essere letto come un rifacimento in chiave fantascientifica dell'opera di Kubrick Il Dottor Stranamore. Malgrado le numerose limitazioni tecniche dovute al budget e alla mancanza di esperienza, Dark star ebbe un grande successo nel circuito del cinema underground, rivelando un regista dalle potenzialità ancora tutte da esplorare. Fra le tante sequenze degne di nota ci preme ricordare i divertenti titoli di testa, sottolineati dalla canzone country "Benson Arizona" scritta dallo stesso Carpenter e cantata da John Yagher che si contrappone splendidamente ad altri epici incipit come lo Strauss e il Katchaturian del Kubrickiano "2001:Odissea nello spazio", e la sequenza mozzafiato dell'ascensore dove il regista dimostra di saper manipolare alla perfezione i meccanismi della suspence.

La seconda opera di Carpenter, Distretto 13: Le Brigate della Morte, è una trasposizione moderna e urbana del film di Howard Hawks Un Dollaro D'Onore. Il regista non ha mai nascosto la sua ammirazione per il western, dichiarandosi ammiratore incondizionato dei pionieri americani Howard Hawks e John Ford, ed ha sempre cercato di adattare i suoi personaggi allo stile eroico e maledetto dei protagonisti caratteristici del genere. Il film si sofferma a lungo sulla redenzione del protagonista, un condannato a morte che rivela un'animo eroico e altruista, ma non trascura quella che diverrà una costante di tutto il cinema dell'autore: la critica sociale. Gli emarginati che si organizzano in gruppi per seminare morte e violenza sono i reietti dellla società consumistica, i respinti e gli ignorati, il loro attacco verso il distretto di polizia è una ribellione contro i valori del capitalismo, una sovversione violenta dello status quo. Senza assolvere o condannare i suoi personaggi, Carpenter si limita a mostrare le cose, quasi esprimendo un pessimistico monito senza avere peró la presunzione di suggerire soluzioni.

Il vero successo arriverà però solamente con Halloween, un film che si ispira apertamente al classico di Hitchcock Psycho (ha anche tra gli interpreti Jamie Lee Curtis, figlia Janet Leigh) e che vede la partecipazione di un attore che diverrà presenza ricorrente dei film horror del regista, lo scomparso Donald Pleasence nel ruolo dello psichiatra Loomis, l'unico capace di comprendere e fermare il pericoloso maniaco. Il successo del film decreta l'ascesa del regista e da' anche luogo a numerosi sequel di scarsa fattura dai soli intenti commerciali. Dopo una parentesi televisiva, in cui il regista realizza una lunga biografia di Elvis interpretata dall'improbabile Kurt Russell ed un discreto thriller, Someone Is Watching Me ispirato alla Finestra Sul Cortile di Hitchcock, vede la luce un nuovo capolavoro, il sinistro Fog. Il film richiama le atmosfere delle produzioni spagnole del regista Armando De Ossorio dedicate al ciclo dei templari ciechi, e riesce perfettamente nel suo intento di spaventare senza mai dover mostrare troppo. Chiaro esempio delle ossessioni e dei luoghi comuni cari al suo autore, Fog narra degli spettri di alcuni lebbrosi che cento anni prima chiesero aiuto alla piccola cittadina di Antonio Bay offrendo in cambio un forziere pieno d'oro. Gli abitanti presero l'oro ma affondarono la nave con tutto il suo equipaggio e ora, nell'anniversario della fondazione della città, i lebbrosi sono tornati armati di uncini per riprendersi il prezioso carico. La storia fa perno sulla cattiva coscienza degli abitanti di Antonio Bay, fruitori di un benessere miseramente guadagnato, ma si ispira anche alle atmosfere care allo scrittore H. P. Lovecraft, vero nume tutelare nell'universo del fantastico. Numerose sono anche le citazioni dai b-movies cari al regista o riferimenti ad attori di culto (la protagonista Adrienne Barbeau nel film ha il cognome "Wayne"). Le reazioni a Fog sono piuttosto controverse, per alcuni è il capolavoro del regista mentre altri lo stroncano senza appello tacciandolo di superficialità e deja vu. In ogni caso l'opera rimane una delle piu inquietanti nella filmografia del regista, dalla quale non si può prescindere al fine di un'adeguata analisi critica.

Forte del successo commerciale di questi due film, Carpenter ottiene un grosso finanziamento per girare una pellicola d'azione con Kurt Russell e Donald Pleasence. Il film si intitola 1997: Fuga da New York e, malgrado il grande successo riscosso in Europa, rappresenta uno dei suoi maggiori insuccessi commerciali in patria. Con "Fuga da New York" si chiude il primo ciclo artistico del regista, l'opera rappresenta infatti una summa di tutti gli elementi caratteristici e ricorrenti dello stile Carpenteriano: le atmosfere cupe, notturne, il pericolo ignoto che proviene 'dall'esterno' (in questo caso dal sottosuolo), la sfiducia nella credibilità delle autorità costituite, il coraggio individuale e il senso di fratellanza, il decadimento di una civiltà incapace di arginare la barbarie umana. Kurt Russell nel ruolo di "Snake" Plinsky (in Italia divenuto misteriosamente "Iena" Plinsky) è semplicemente perfetto, incarnazione fumettistica dell'ideale carpenteriano di eroe, dalla mascella squadrata e i modi rudi, mentre in ruoli secondari troviamo delle splendide caratterizzazioni di Harry Dean Stanton (nel ruolo di "Mente"), Lee Van Cleef e Ernest Borgnine (nel ruolo del "Tassista").